Cumulative Layout Shift (CLS): che cosa è e come migliorarlo

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Il cumulative layout shift è un valore misurato dalle nuove metriche di Google, è un errore che riguarda lo spostamento imprevisto degli elementi del layout e che indica una possibile cattiva esperienza d’uso da parte dell’utente reale. Occorre quindi fare attenzione ad alcuni aspetti della pagina in modo da non essere penalizzati dal motore di ricerca rendendo inefficace l’ottimizzazione SEO e le attività di link building fatte per guadagnare posizioni.

CUMULATIVE-LAYOUT-SHIFT

Hai presente quando apri una pagina web, magari anche con una certa fretta, clicchi su un elemento -o almeno ci provi- e questo si sposta? Ebbene, questo fenomeno è misurato da una delle nuove metriche di Google: il cumulative layout shift (CLS). In pratica, Google considera nei suoi Core Web Vitals anche lo spostamento degli elementi di una pagina e i secondi che impiegano a ritornare al loro posto, ma vediamo le cose con ordine.

Cumulative layout shift, che cos’è

Alla lettera, questa definizione in inglese significa spostamento cumulativo del layout, quindi degli elementi che compongono la pagina. Infatti, sicuramente, ti sarà capitata la situazione descritta prima e, sicuramente, avrai provato un certo livello di fastidio, soprattutto se stavi cercando di cliccare su un elemento e invece sotto il tuo polpastrello ne è finito un altro che ti ha aperto una nuova pagina, quasi sempre di pubblicità.

Posso immaginare cosa tu abbia pensato, perché quando si è di fretta, magari si cerca l’orario dell’autobus o il contatto di un professionista e nella pagina tutto si sposta facendoti perdere tempo, non è piacevole. Ma la bella notizia è che Google lo sa e Google da un po’ di tempo a questa parte mette molta attenzione all’esperienza dei suoi utenti.

In poche parole, Google prende sempre più in considerazione quelli che potremmo definire “parametri umani”, ovvero, la user experience degli utenti, il loro grado di soddisfazione nella navigazione di una determinata pagina web.

Proprio sulla base di questa considerazione degli utenti, Google ha sviluppato delle nuove metriche che vanno ad aggiungersi a quelle già esistenti: i core Web Vitals. Uno dei fattori che viene valutato in queste metriche è il cumulative layout shift, quindi proprio lo spostamento degli elementi, sia immagini che testuali o video, all’interno della pagina web.

Più precisamente, il cumulative layout shift è visto da Google come un errore di layout che può impedire l’efficacia della navigazione dell’utente.

In linea generale tale errore viene generato dal caricamento eccessivamente lento dei contenuti della pagina anche se sono ormai in tanti a pensare che, spesso, l’errore possa essere voluto per far cliccare gli utenti proprio sulle pubblicità. Ovviamente, ora che Google lo considera tra le metriche che conferiscono valore alle pagine, certe strategie verranno riviste.

Qual è il tempo massimo per avere un buon cumulative layout shift?

Assieme al first input delay e al largest contentful paint, il cumulative layout shift è una delle nuove, importanti, metriche di Google orientate all’esperienza sul web dell’utente. Si tratta di metriche importanti per il posizionamento della pagina e che, se non prese nella dovuta considerazione, possono mandare a rotoli, o comunque inficiare, tutto il lavoro di SEO e di link building fatto.

Come sai, per posizionarti bene sui motori di ricerca devi ottimizzare il sito e i contenuti in chiave SEO e poi devi fare in modo che il sito acquisisca autorevolezza agli occhi di Google, e questo lo fai con la link building. Ma ora conta anche quello che l’utente (quindi le persone vere, reali) percepisce durante la navigazione sulle tue pagine.

Cercare una soluzione a un problema o un’informazione e perdere tempo mentre si aprono continuamente pagine che non ti interessano non è una bella esperienza di navigazione. Inoltre, è molto probabile che Google si sia reso conto che l’invasività di certi link Adv non sia del tutto casuale.

Ma torniamo alla domanda che ci siamo posti all’inizio, qual è il tempo di tolleranza per non essere penalizzati per il cumulative layout shift?

Senza troppi giri di parole, questo valore deve essere pari o inferiore allo 0,1. Non ci addentriamo nella formula di calcolo che tiene conto anche della velocità dell’hosting e degli altri parametri tecnici. Quello che ci interessa è che per garantire una buona esperienza all’utente, il punteggio del CLS deve essere pari o inferiore allo 0,1.

Come si misura il cumulative layout shift

Vediamo quindi come tenere sotto controllo questo parametro, cosa bisogna fare, come misurarlo e con quali strumenti.

Iniziamo proprio da questi. Ce ne sono diversi che consentono di misurare il cumulative layout shift in modo chiaro. Uno dei più utilizzati è Pagespeed Insight di Google che, una volta inserito l’URL che vuoi analizzare, misura la metrica richiesta.

Un altro utile strumento è Gtmetrix. Anche questo permette di misurare il cumulative layout shift e di arrivare alla fonte del problema, quindi di capire quale sia la causa dell’errore. Naturalmente, utilizzando la search console si può sempre monitorare la situazione, dato che ora come ora offre tutta una sezione intera alla misurazione dei core Web Vitals.

Come si ottimizza il cumulative layout shift

Tanto per cominciare, non è detto che sia sempre necessario correggere, tutto dipende da quello che gli utenti percepiscono. Spesso ci aspettiamo che alcuni elementi della pagina si muovano, quello che dobbiamo eliminare sono i movimenti che non ci aspettiamo, perché quelli sono percepiti come errori.

Per ottimizzare il cumulative layout shift dobbiamo prima risalire alla causa che può essere:

  • contenuto dinamico;
  • Sezioni definite sopra il contenuto già presente;
  • immagini e iframe che non hanno dimensioni;
  • font particolari;
  • elementi DOM che sono aggiunti in modo dinamico.

Quello che puoi fare, in ognuna di queste situazioni è includere sempre gli attributi HTML in modo da definire le dimensioni sia dei video che delle immagini, puoi anche definire lo spazio che sai che quegli elementi dovranno occupare a priori. Così facendo, il browser potrà avere più facilità nella gestione degli spazi della pagina durante il caricamento.

Non devi mai inserire del contenuto su quello che è già presente, a meno che non sia una risposta interattiva all’utente, in questo modo avrai la certezza che tutti gli elementi si muoveranno in modo prevedibile.

La guida di Google aiuta a gestire queste circostanze e altre possibilità che possono verificarsi, tuttavia, potresti aver bisogno di un aiuto esperto.

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