Che Google sia sempre più orientato verso l’esperienza reale dell’utente non è più un mistero. Ce ne siamo accorti soprattutto -dopo l’importanza data ai contenuti- ai diversi cambiamenti che hanno interessato le metriche di valutazione utilizzate dai motori di ricerca per attribuire il punteggio alle pagine web.
Ormai le metriche considerate sono circa 200 e ora a farne parte sono anche i Core Web Vitals. Questi sono 3 fattori che riguardano specificamente l’esperienza dell’utente sulla pagina web presa in esame, ne parliamo nell’articolo in modo approfondito.
Ultimamente, gli aggiornamenti di Google hanno conferito un ruolo sempre più centrale all’esperienza dell’utente sui siti web. A tale proposito occorre quindi prestare molta attenzione ai Core Web Vitals, ovvero, ai segnali essenziali che constano di 3 metriche atte proprio alla misurazione dell’esperienza dell’utente sulle pagine web. Queste metriche sono importantissime dal punto di vista della SEO perché hanno un peso sul posizionamento nei motori di ricerca e vanno a sommarsi alle metriche già considerate che, in tutto, sono circa 200.
Core Web Vitals cosa sono
I Core Web Vitals sono dei fattori che contribuiscono al punteggio che viene conferito a una pagina web e riguardano l’esperienza dell’utente considerando la velocità della pagina e l’interazione dell’utente con la stessa.
Questi fattori di ranking (punteggio della pagina), in buona sostanza, rispecchiano quella che è l’effettiva esperienza dell’utente riguardo all’utilizzo delle pagine web ed è una novità molto interessante dato che prima si utilizzavano per lo più simulazioni eseguite con i BOT. Oggi, invece, si dà molta importanza all’esperienza reale di utenti reali.
Le metriche dei Core Web Vitals, che si aggiungono alle altre metriche (usabilità su dispositivi mobili, sicurezza e utilizzo di HTTPS, esperienza pubblicitaria, in particolare in riferimento all’invasività dei pop-up), sono essenzialmente 3: caricamento (Largest Contentful Paint), interattività (First Input Delay) e stabilità visiva (Cumulative Layout Shift), li vediamo nel dettaglio.
#1. Caricamento dell’elemento principale della pagina, LCP
La LCP misura le prestazioni di caricamento della pagina, ovvero, quanto impiega il contenuto principale a caricarsi. In particolare con l’acronimo LCP si indica il contenuto principale della pagina, di norma si tratta dell’elemento più grande. Quello che viene misurata è proprio la velocità di caricamento che l’utente percepisce, quindi la sua reale possibilità di interagire con la pagina.
Tenendo presente che per versioni desktop e mobile delle pagine possono esserci valori differenti, Google valuta:
- Buono: il caricamento LCP entro 2,5 secondi;
- Suscettibile di miglioramento: il caricamento entro 4 secondi
- Scarso: il caricamento LCP che supera i 4 secondi
Ovviamente, le pagine che contengono immagini ad alta risoluzione o che possiedono diverse funzionalità si troveranno in difficoltà davanti a questa metrica che può essere controllata attraverso alcuni strumenti quali Google PageSpeed Insight, ma è utile osservare i dati su Google Search Console che consente di avere una panoramica sull’intero sito, ottenendo così una lista di URL classificati come buoni, da migliorare o cattivi.
Come migliorare gli LCP
Per migliorare il valore LCP puoi:
- Rimuovere gli script di terze parti che non sono necessari;
- Rimuovere gli elementi della pagina di grandi dimensioni;
- Aggiornare il tuo host web;
- Impostare il caricamento lento (questo fa sì che le immagini vengano caricate solamente nel momento in cui si scorre la pagina);
- Comprimi il tuo codice CSS
#2. Interattività, FID
Questa metrica, in inglese First Input Delay (FID), misura la reattività e l’interattività della pagina web, ovvero, il lasso di tempo che intercorre tra la prima azione dell’utente, come il click su un pulsante o su un link, e la risposta del browser nell’elaborazione del comando. Esempi di interazione sono i seguenti:
- Click su un link nella navigazione del sito;
- Scelta di un’opzione dal menu;
- Inserimento della mail in un campo;
- Apertura dell’accordion o testo a fisarmonica nei dispositivi mobili
Per Google il FID è importante perché evidenzia effettivamente come interagiscono gli utenti reali con le pagine web e, anche in questo caso, Google ha dei criteri di classificazione:
- Buono: entro 100 ms (millisecondi)
- Suscettibile di miglioramento: da 100 a 300 ms;
- Scarso: oltre i 300 ms.
Quando questa metrica è troppo alta cosa si può fare per migliorarla? Possiamo:
- Ridurre al minimo JavaScript o posticiparlo, gli utenti non riescono a interagire con la pagina mentre il browser sta caricando.
- Usare una cache nel browser per aiutare i contenuti a caricarsi più rapidamente sulla pagina.
- Rimuovere eventuali script di terze parti che non sono essenziali e che possono avere un impatto negativo sul FID.
Stabilità visiva della pagina, CLS
La stabilità visiva di una pagina, in fase di caricamento, chiamata in inglese Cumulative Layout Shift, da cui l’acronimo CLS, mostra se gli elementi della pagina si spostano durante il suo caricamento. Se ancora non hai capito di cosa si tratta, bene, pensa a quante volte ti sarà capitato di arrivare su una pagina il cui layout, durante il caricamento, si spostava, dove gli elementi se ne andavano per conto loro.
Apparentemente sembra una cosa solo estetica, ma se provi a cliccare un bottone e invece di cliccare su quello giusto clicchi su un altro che ha preso il suo posto? Potrebbe essere una seccatura e, di conseguenza, una cattiva esperienza per chi naviga sul tuo sito, ecco perché la CLS è una metrica importante.
Gli elementi della pagina dovrebbero essere sempre stabili mentre questa si carica e anche per misurare la loro staticità, Google ha elaborato un punteggio che viene dato dalla somma degli eventuali spostamenti del layout in base alla porzione dell’area di visualizzazione, appunto il CLS:
- Buono: fino a 0,1 secondi;
- Suscettibile di miglioramento: fino a 0,25 secondi;
- Scarso: più di 0,25 secondi.
Cosa bisogna fare, quindi, per ovviare a un basso punteggio riguardo al CLS? Ecco la risposta:
- Fai in modo che gli elementi degli annunci abbiano un loro apposito spazio così da non comparire all’improvviso spostando il contenuto della pagina;
- Imposta le dimensioni dell’attributo di dimensione per i diversi tipi di supporto, in modo che il browser sappia sempre lo spazio che i diversi elementi andranno a occupare sulla pagina;
- Aggiungi nuovi elementi dell’interfaccia utente alla porzione della pagina web che riesci a vedere solo quando scorri verso il basso, in questo modo gli elementi resteranno al loro posto.
In conclusione
Con le metriche dei Core Web Vitals si cerca di misurare l’user experience dell’utente e, chiaramente, migliore sarà quest’esperienza di usabilità, migliori saranno i punteggi che Google assegna alla pagina. Per posizionarsi in modo ottimale nella pagina dei risultati, tuttavia, non basta mettere in pratica quanto abbiamo detto riguardo a queste metriche, ma occorre mettere in campo attività quali quelle di link building e ottimizzazione in ottica SEO in generale.