La brand awareness indica il livello di conoscenza del tuo brand, quanto viene in mente per primo o tra i primi quando il tuo target pensa a soddisfare un suo bisogno. Per capire come sia posizionata la tua attività nella mente della tua platea, occorre fare un’attenta analisi con degli specifici strumenti, in modo da avere una fotografia della situazione e intraprendere le attività più idonee a far crescere e migliorare la conoscenza del brand.
Se pensi di aver bisogno di una bevanda analcolica, frizzante, dissetante, probabilmente ti verranno in mente i colori rosso e bianco della lattina o una bella bottiglia di vetro affusolata. Questo si chiama brand awareness ed è una cosa fondamentale per le aziende, per aumentare il loro fatturato. Stiamo parlando della notorietà del marchio, di quanto i consumatori lo conoscono o lo riconoscono, per questo va tenuta sotto controllo.
Brand awareness, che cos’è in breve
Cerco di essere sintetico e chiaro: la brand awareness indica la notorietà di una marca, quindi quanto è famosa, quanto è riconoscibile per gli utenti. Spiego meglio. Rifacciamoci un attimo all’esempio che ho utilizzato prima, quello della bevanda gassata. Se si ha desiderio di bere una cola, praticamente a tutti verrà in mente il noto brand Coca-Cola, ad alcuni Pepsi-Cola, ma gli altri brand in commercio sono pressoché inesistenti nella mente dei consumatori.
Questa è la brand awareness che ha come obiettivo quello di posizionare il brand al primo posto nella mente dei consumatori. Ogni azienda, quindi, dovrebbe fare in modo che il suo prodotto o servizio sia il primo a cui i consumatori pensano quando ne hanno necessità.
Ovviamente, non sempre raggiungere il primo posto nella mente dei consumatori è possibile, perché sicuramente a fare la differenza sono i grandi brand che investono milioni in pubblicità, ma se si lavora bene si può arrivare tra le alternative a cui un consumatore pensa per primo quando cerca un determinato bene o servizio.
Brand awareness e brand reputation, attento a non confonderti
Come hai visto, la brand awareness è importantissima e, purtroppo, tropo spesso sottovalutata dalle aziende. Ma c’è anche un altro problema: sovente si fa confusione tra brand awareness e brand reputation. In tanti pensano che i due termini siano sinonimi, ma non è così.
Si tratta di due attività diverse, facciamo il punto.
Brand awareness: indica quanto un brand è noto, quindi qual è, sostanzialmente, il grado di conoscenza che i consumatori hanno di un determinato brand. Per capire quale sia tale grado di conoscenza, occorre effettuare delle misurazioni utilizzando la piramide di Aake, ne parliamo più avanti. Quindi, ricapitolando, quando parliamo di brand awareness ci stiamo riferendo al livello di conoscenza che i consumatori hanno del brand, senza aggiungere ulteriori dettagli.
Brand reputation: entra più nel dettaglio rispetto alla brand awareness perché esplicita anche la considerazione che la platea di un determinato brand ha di quest’ultimo, quindi non solo se lo riconosce o se è tra le sue prime scelte nel caso abbia bisogno di un suo prodotto o servizio, ma associa a questo anche un giudizio, una sensazione, potremmo dire che si tratta di un parametro qualificativo. Per esempio, ci sono brand che vengono identificati con le vacanze estive, come quelle dei gelati, oppure la pasta che fa sentire a casa.
Come si misura la brand awareness
Fatta questa doverosa distinzione, possiamo parlare di come fare per misurare la brand awareness. Misurare questo parametro significa definire in modo netto il livello di notorietà del brand, quindi, sapere a che punto si colloca la tua azienda nella Piramide di Aaker, quella che abbiamo nominato prima, vediamo di cosa si tratta.
La Piramide di Aaker è stata ideata da David Aaker, un economista statunitense che ha creato una classificazione in livelli riguardo alla percezione del brand, tali livelli sono rappresentati con uno schema a piramide. Più nello specifico, abbiamo 4 livelli che corrispondono alla conoscenza del brand da parte della tua platea.
All’apice troviamo il Top of mind, ovvero, quando la marca viene in mente per prima al consumatore, quindi se si tratta del tuo pubblico, la tua azienda si troverà nell’apice della piramide perché il tuo brand è quello a cui per primo i consumatori pensano se hanno un determinato bisogno che tu puoi soddisfare.
Subito sotto l’apice abbiamo un livello di conoscenza del brand che è comunque molto forte; la tua azienda non è l’unica che viene in mente, ma si trova tra quelle più pensate al bisogno di un determinato prodotto o servizio.
Prima della base troviamo un livello che indica che l’azienda non è comunque una qualunque tra le tante, uno step in cui l’indicazione che abbiamo è che il brand inizia a essere conosciuto, sebbene a livello superficiale.
Alla base della piramide c’è una fase di non conoscenza del brand, quindi il tuo target non ha la minima idea della tua esistenza sul mercato.
Che la tua azienda sia alla base, sia che sia all’apice, devi sempre e comunque lavorare per salire di livello e per restare in vetta. I mercati sono molto agguerriti.
Gli strumenti per misurare la brand awareness
Ma come si fa a capire in che punto della piramide ci si trova? Ovviamente ci sono degli strumenti che si devono utilizzare per effettuare un’analisi completa. Tra questi, sicuramente, uno dei più utilizzati è il tool di Google, Google Analytics, uno strumento che ti consente di avere una fotografia esaustiva del tuo sito web, quindi il tasso di conversione, la frequenza di rimbalzo, click, visualizzazioni e diversi altri parametri.
Se hai una pagina Facebook, Insights ti offre le stesse informazioni, ma in riferimento alla pagina Facebook dell’azienda. Utilizzare il giusto strumento significa avere un’idea ben chiara della situazione in modo da intraprendere la migliore strategia per l’occorrenza.
Come migliorare la brand awareness
La percezione e conoscenza di una marca, nella maggior parte dei casi, richiedono tempo e un certo budget da investire. Ovviamente, il budget dipende dalle attività che farai. Come primo passo è consigliabile avere un sito web funzionale ed efficiente, ben ottimizzato con la SEO, ricco di contenuti che seguano un piano editoriale ben studiato.
Fondamentale è quindi posizionare il sito nella SERP di Google, la pagina dei risultati dei motori di ricerca, e anche quest’attività richiede tempo. Con la link building puoi accelerare questo processo. Fare link building significa ottenere maggiore autorevolezza agli “occhi di Google” e, di conseguenza, raggiungere posizioni più utili in SERP.
Come funziona? Normalmente accade che dei siti autorevoli e in linea col tuo lo linkino. Parte dell’autorevolezza di tali siti viene ceduta al tuo. Con le attività di link building di LinkEasy puoi ottenere link da siti coerenti col tuo e da testate giornalistiche, ancora più autorevoli.
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